Ecco un esempio dei vari tour che possiamo proporre:
TOUR NAPOLI CRISTO VELATO E CENTRO STORICO
Scopri il centro di Napoli ed esplora la Cappella di San Severo in un tour guidato a piedi. Con una guida attraverso la vivace via Spaccanapoli e ammira i punti salienti, tra cui San Domenico Maggiore. Inizia da Piazza Bellini per vedere i resti delle antiche mura greche. Prosegui per Piazza del Gesù, una delle piazze più famose della città a pochi passi dal centro storico. Visita Spaccanapoli, una strada lunga e stretta che divide in due metà la vecchia Napoli con negozi, ristoranti e vicoli. Lasciati stupire dalla chiesa di San Domenico Maggiore con una perfetta sovrapposizione di diversi stili architettonici e dalla perla di Napoli, la Cappella San Severa Ammira la famosa statua del Dio del Nilo, Piazza San Gaetano e le chiese di Napoli, San Lorenzo e San Paolo Maggiore. Ammira la cattedrale barocca di San Gennaro del XIII secolo nel cuore della fede napoletana. Qui è conservato il sangue del santo patrono San Gennaro.
TOUR COSTIERA AMALFITANA
Dal tuo hotel a bordo di un minivan e parti alla volta della Costiera Amalfitana. Percorri la strada panoramica probabilmente più bella ed emozionante del mondo.
Positano è un vero paradiso. Si sviluppa verticalmente all’interno di un intricato groviglio di strade, vicoli e negozi che espongono vestiti colorati e accessori tipici famosi in tutto il mondo. Nel centro della località potrai ammirare la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, caratterizzata da una maestosa cupola maiolicata, che ospita alcune opere preziose come gli altari in marmo policromo.
È bello perdersi a Positano. Per cogliere appieno la bellezza della città, è forse meglio camminare senza una meta precisa. Goditi le strade, i negozietti, i ristoranti, i monumenti, le chiese e le spiagge.
Amalfi, la città che dà il nome all’intera costiera, è un pittoresco intreccio di vicoli e scalinate che si affaccia sul mare dove si riflettono tutti i suoi straordinari colori. Dominata dalla maestosa cattedrale dedicata a Sant’Andrea, Amalfi offre innumerevoli testimonianze del suo glorioso passato di repubblica marinara.
Ravello, un’altra perla della costa, è un borgo elegante e raffinato, immerso nel verde e contraddistinto da ville lussuose. Ravello è rinomata in tutto il mondo per il suo Festival, ospitato nel giardino di Villa Rufolo. L’ ambiente suggestivo e l’emozione di ascoltare grande musica garantiscono un’esperienza di straordinaria intensità. Il cuore di Ravello è rappresentato da Piazza Vescovado, incorniciata dall’architettura di Palazzo Rufolo e dal Duomo con il suo magnifico portale (il primo mai realizzato con questa innovativa tecnica di stampo) e il campanile alto 10m.
Definita Mezzogiorno nonché regione a statuto ordinario di 5.576.303 oggi parleremo della Campania (prima regione inoltre per elementi e siti archeologici presenti nelle liste UNESCO).
Non si sa da cosa derivi il suo nome, alcuni sostengono che derivi da un termine latino misto ad un termine osco (campus che è latino + Kampanom che è il termine osco) e alcuni ritengono derivi dalla parola campagna, vista la nota espressione “Campania felix”. Ma senza ulteriori indugi partiamo con l’enunciare le varie bellezze campane. Partiamo innanzitutto della Costiera Amalfitana.
Le città più caratteristiche sono Amalfi, Positano e Ravello. Amalfi (comune di 4776 abitanti che nel 1997 venne fregiata del titolo di patrimonio dell’UNESCO) è famosa per il suo Duomo (anche noto come Duomo di Amalfi) di Sant’Andrea (patrono della città) e per il Museo della carta (ex-cartiera divenuta museo nel 1969) il proprietario Nicola Milano sembra essere a conoscenza (grazie all’appartenenza ad un’antica famiglia di lavoratori della carta) di come si produce la carta bambagina (carta di Amalfi). Oltre ai luoghi tipici però c’è anche un’altra cosa che caratterizza Amalfi ovvero i limoni.
Lo sfusato amalfitano (così detto per la caratteristica forma affusolata) è un prodotto dalle caratteristiche molto pregiate e rinomate: la buccia è di medio spessore, di colore giallo chiaro, con un aroma ed un profumo intensi grazie alla ricchezza di oli essenziali e terpeni (carattere ritenuto di pregio per la produzione del liquore di limoni). La polpa è succosa e moderatamente acida, con scarsa presenza di semi. E’ inoltre un limone di dimensioni medio-grosse (almeno 100 grammi per frutto), nonché una tra le varietà più ricche di acido ascorbico (vitamina C). Largamente utilizzato in cucina sia al naturale che come condimento, lo sfusato amalfitano è l’ingrediente principe dei piatti della Costiera Amalfitana, sia a base di pesce che di carne, nonché nella preparazione di dolci, creme, infusi e liquori.
Poi c’è Positano (comune italiano di 3756 anch’esso fregiato nel 1997 del titolo di patrimonio dell’UNESCO). Positano è nota, oltre che per le sue belle spiagge, anche per la sua famosa chiesa, Chiesa di Santa Maria Assunta, caratteristica per la famosa Madonna Nera.
Ravello è un comune italiano di 2379 abitanti è anche nota come “città della musica”, infatti, all’interno di Villa Rufolo (di cui vi parlerò a breve) si svolge il noto Ravello Festival. Villa Rufolo è uno dei simboli di Ravello come affermavo poc’anzi (pensate che era così antica e importante che Landolfo Rufolo, uno dei tanti proprietari, fu il protagonista di una novella nel Decameron), anzitutto, prima di darvi qualche nozione generale partiamo dalla torre d’ingresso che custodisce delle statue (due di queste simboleggiano la Carità e l’Ospitalità) salendo cento gradini sarete ripagati della fatica con una magnifica vista sullo strapiombo (che si affaccia sulla costiera amalfitana e sul golfo di Salerno) che oltre ad una vista mozzafiato offre anche la vista degli stupendi giardini (in fiore per quasi tutto l’anno) lì presenti. Altro edificio storico (ultimo ma non meno importante) è Villa Cimbrone. Non c’è molto da dire di questa villa, sennonché attualmente parte della struttura è adibita ad albergo a cinque stelle e che vi sono bellissimi giardini (visitabili a pagamento) e un belvedere denominato “Terrazza dell’Infinito” (prima però la villa si trovava in un forte stato di abbandono finché, nel 1904 venne acquistata dal nobile britannico Ernest William Beckett che decise di restaurarla affidando i progetti a Giuseppe Del Pizzo, Alberto White e Giovanna Whithe).
Dopo la costiera amalfitana mi sposterei sulle bellezze di Napoli (descrizione completa)← . Caratteristico in primis per il Vesuvio (famoso vulcano di Napoli che decretò la fine di Pompei a causa dell’eruzione avvenuta nel 79 d.C). Detto questo passiamo al parlare delle bellezze del territorio, inizierei col parlare di Sorrento (comune italiano di 15539 abitanti) deriva dal toponimo latino Surrentum (confluisco che potrebbe riferirsi alla confluenza dell’acqua). Si può dire che una delle peculiarità di Sorrento sia il suo centro storico, questo perché presenta ancora tracce delle strade originarie romane con cardi e decumani e delle mura cinquecentesche che circondano la piazza arricchendola di storia. Sempre in piazza poi troviamo anche delle ville molto antiche e un magnifico duomo (ormai riedificato nel XV) e la chiesa di San Francesco d’Assisi (che conserva ancora un meraviglioso chiostretto trecentesco).
E ora, spostiamoci nella Costiera Cilentana, caratterizzata dalla bellezza naturalistica e per la qualità del mare (infatti vanta numerosi premi Bandiera Blu, premio assegnato ai mari più puliti). Ci sono molte città una tra queste, da cui voglio partire, è Paestum. Anche se piccola Paestum contiene una ricchezza di opere e monumenti di inimmaginabile valore (storico e non). Partiamo col dire che Paestum è circondata da una cinta muraria (che si estende per circa 4,75 km) e che ha le porte situate in corrispondenza dei punti cardinali. I punti di interesse non scarseggiano: innanzitutto abbiamo i templi (in stile dorico, nonché esempi perfetti della Magna-Grecia, dedicati ad Era, Atena e Poseidone) che sono miracolosamente pervenuti a noi in ottime condizioni. Poi vi è la necropoli del Gaudo, una delle più grandi necropoli di Paestum (pensate che si estende per oltre 2000 metri quadrati). Questa necropoli viene attribuita ad una facies culturale a sé stante e di conseguenza definita “cultura del Gaudio” (fun fact riguardante questa necropoli è che venne scoperta per puro caso mentre cercavano, durante lo Sbarco a Salerno dell’US Army, di realizzare una pista di atterraggio). Vi è inoltre un importante museo che racchiude numerose collezioni di opere di vario genere. Primo fra tutti i corredi funebri (come per esempio vasi, armi e lastre tombali affrescate greche e lucane) della precitata necropoli. Un esempio ottimale di pittura greca di età classica della Magna Grecia potrebbe risiedere nella celebre Tomba del Tuffatore (480-470 a.C) con una rappresentazione colta come la transizione dalla vita al regno dei morti. Passiamo ora ad un altro famoso sito archeologico della Campania, Velia.
Velia o Elea (che dir si voglia) fu fondata nella seconda metà del VI secolo a.C., da esuli Focei che scappavano dalla Ionia per sfuggire alla pressione militare persiana. L’effettiva fondazione avvenne a seguito della battaglia di Alalia contro Eteuschi e cartaginesi (che si erano coalizzati) e ciò avvenne circa tra il 541 al 535 a.C.. La città, edificata sulla sommità e ai fianchi di un promontorio, è ricca di siti archeologici.
Se desiderate zone di balneazione avete l’imbarazzo della scelta. Acciaroli, Castellabate, Palinuro e Agropoli. Di Acciaroli possiamo dire che oltre ad essere nota per la presenza numerosa di centenari sull’isola ha ricevuto 5 bandiere di Legambiente e le Bandiere Blu per le spiagge (incrementando il flusso turistico estivo). Palinuro è caratteristica sia per la fontana settecentesca (costruita al centro di Palinuro alla fine del XVIII secolo, la fontana è a base rettangolare con tre propaggini che sporgono a forma di petalo. Al centro vi è una cavità in cui sgorga l’acqua) sia per la balneazione. Castellabate ha solo l’imbarazzo della scelta se amate il mare. C’è la spiaggia di San Marco e la spiaggia di Santa Maria (entrambi definiti di Castellabate). Agropoli, ha numerosi punti di interesse come il Castello Angioino-Aragonese, la Fornace (attualmente adibita a museo), la torre e la statua di San Francesco (al porto è anche situato uno scoglio con una croce di ferro sopra definito di San Francesco, questo perché secondo la leggenda 803 anni fa San Francesco si fermò su quello scoglio per parlare con i pesci) il faro di Punta Fortino, le torri d’avvistamento. Ma oltre a questo anche ad Agropoli (che per il 5º anno consecutivo è Bandiera blu) c’è l’imbarazzo della scelta, c’è la spiaggia del porto (o anche gli scogli) la spiaggia situata a lungomare San Marco, la spiaggia di Trentova, e poi vi è una piccola perla nascosta agli occhi di molti, la tranquilla spiaggia definita “Fortino”.
Parliamo ora di Avellino e Benevento.
Avellino è un comune italiano di 52.471. Il suo insediamento avvenne quando Abellinum (l’Avellino romana) fu abbandonata. Parlando di Benevento possiamo dire che ad esempio il suo antico nome era Maleventum, il fatto che secondo una leggenda il noce fungesse da albero per i rituali delle streghe (unguento unguento portami al noce di Benevento) o il fatto che nel 2011 la chiesa di Santa Sofia (costruita nel 760 da Arechi II duca longobardo) entrò a far parte del patrimonio UNESCO. Potremmo dire che il simbolo che meglio rappresenta la città è l’arco di Traiano (arco che celebrava l’imperatore Traiano nel momento in cui fu aperta via Troiana, scorciatoia che accorciava il cammino tra Roma e Brindisi) costruito tra il 114 e il 117 ha subito numerosi restauri. Questo arco, pervenutoci abbastanza integro, sembra essere l’arco trionfale consegnato meglio.
Poi c’è Roscigno, comune italiano di 649 (il cui nome deriva dal dialetto “russignuolo” usignolo), vi parlerò della parte vecchia che ha come simbolo la Fontana. Roscigno Vecchia (che corrisponde al centro storico) è completamente disabitata a causa delle numerose frane. Così, nel 1902, a causa delle ordinanze gli abitanti furono obbligati a trasferirsi nella Roscigno Nuova. L’unico abitante ancora presente nella parte Vecchia è Giuseppe Spagnuolo che dopo la morte di Dorina (ultima vera residente) e ogni tanto, quando giungono dei turisti, si diletta a fare da Cicerone.
Vi sono numerosi prodotti tipici qui in Campania primo tra tutti l’olio d’oliva del Cilento (prodotto DOP che prende il nome dal territorio di produzione) generalmente il periodo di raccolta è nella stagione autunnale, ma il momento buono è variabile, infatti il periodo perfetto si aggira tra Ottobre e Dicembre.
Poi vi è il fico bianco del Cilento che dal 2006 gode della denominazione DOP. Le caratteristiche del fico sono: alta digeribilità, buccia che non muta durante la maturazione e l’interno (che presenta un colore marroncino quasi tendente al bianco) è ricco di zuccheri e fibre. Vi è poi la mozzarella di bufala (secondo le varie informazioni la mozzarella si sarebbe sviluppata intorno al medioevo). Ha vari soprannomi: “oro bianco” ”regina della cucina mediterranea”. Infatti nel 1996 ottenne la denominazione DOP (si chiama mozzarella per via del processo di mozzatura che serve a separare l’impasto in piccoli pezzi). Nel 2020 sono state immesse sul mercato (e quindi intrinsecamente prodotte) 50.677 tonnellate di mozzarella campana DOP (di cui quasi 20.000 tonnellate esclusivamente per il mercato estero) ed è soltanto quarta in termini di produzione, generalmente i luoghi più frequenti nella produzione di questo prodotto è tra Battipaglia, Paestum e la provincia di Caserta (dove volendo sarà possibile effettuare delle degustazioni) dove sono concentrate circa 28000 bufale. Poi c’è il torrone, tipico dolce natalizio con la frutta secca al suo interno, la sua maggiore zona di produzione in Campania è Benevento dove viene anche creato un particolare tipo di torroncino chiamato Strega. Parlando di questa marca beneventana è impossibile tralasciare il famosissimo liquore Strega (chiamato così perché si ricollega alla leggenda delle streghe di Benevento) che viene utilizzato in special modo per insaporire i dolci (gli struffoli tanto per fare un esempio). Vi è poi un vino chiamato Aglianico. L’Aglianico è un vitigno italiano ad acino rosso che tra le tante regioni in cui si produce viene prodotto anche in Campania. Viene spesso definito “Barolo del sud”.
Ci sono anche molte cose da fare in Campania: escursioni, rafting e giri in barca. Se siete interessati al rafting vi consiglio caldamente di provare a Caposele e a Morigerati. Morigerati è un comune italiano di 610 abitanti (il suo nome potrebbe derivare o da muriké che significa ginestra o da murgia che può identificare altura o sporgenza). Poi c’è anche Caposele comune italiano di 3.257 abitanti (noto anche, nonché probabile motivazione alla nomenclatura della città è la presenza delle sorgenti del Sele che alimentano l’acquedotto pugliese).
Per quanto riguarda i giri in barca un percorso che consiglio è il Sentiero Degli Dèi (sentiero che si divide in sentiero “alto” e sentiero “basso” che prende il nome da una leggenda secondo la quale le divinità greche percorsero proprio quel sentiero per salvare Ulisse dalle sirene. Questo sentiero è percorribile anche via escursione). Ultime ma non meno importanti le Grotte di Castelcivita e i Capelli di Venere. Le Grotte di Castelcivita (chiamate anche Grotte di Spartaco per via di una leggenda che vuole che Spartaco avesse sostato in questa cavità mentre muoveva la rivolta degli schiavi contro Roma) sono un complesso di cavità carsiche situate a Castelcivita. La particolarità di questa grotta è che è particolarmente ricca di di stalattiti e stalagmiti di diverse forme.
Ultimo ma non meno importante i Capelli di Venere (trattasi di una cascata) denominata così per via della prosperosa crescita della pianta Capelvenere. La bellezza di questo percorso è che si possono visitare dei bellissimi percorsi interni che offrono luoghi panoramici con un panorama mozzafiato creati dall’acqua che sgorga durante il suo tragitto.
In questa regione abbiamo selezionato location prestigiose e insieme ai nostri partner locali selezionati abbiamo creato una serie di tour esclusivi, partendo dai tour delle città d’arte alle esperienze enogastronomiche, dalle attività out door, alle tante attività sensoriali per il benessere psicofisico nel rispetto della natura dove il viaggiatore potrà scoprire questi luoghi meravigliosi e ammirare le bellezze di questa terra chiamata Campania!
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